Gli ebrei costituiscono una razza?



Nel suo libro Man's Most Dangerous Myth. The Fallacy of Race, Harper & Bros., New York, 1952, (trad. it. La razza. Analisi di un mito, Einaudi, Torino, 1966), l'antropologo inglese M.F.A. Montagu si è posto questa domanda nel quadro di una riflessione più ampia sui rischi connessi all'utilizzo scientifico di categorie analitiche come quella di "razza".
Tentando di rispondere a questa domanda, Montagu scrive:

«Gli ebrei posseggono un complesso di caratteri fisici comuni che li contraddistinguono come gruppo etnico distinto tra gli altri popoli del genere umano? - A questa domanda la scienza risponde con un inequivocabile "no".
Ciò non significa che gli ebrei non siano riconoscibili come gruppo distinto, ma significa che non sono distinguibili come tali in base a caratteri fisici.
Se non sono distinguibili come gruppo distinto in base a criteri fisici, allora su quale base sono distinguibili come gruppo? La risposta a questa domanda è: sono distinguibili innanzi tutto, e quasi esclusivamente, in base a motivi culturali e a questi soltanto» [Montagu, op. cit., p. 318].

Un'accurata analisi dei dati scientifici, ha condotto Montagu a dimostrare che, anche qualora fosse esistita (ma non vi sono fondati motivi per ritenerlo) una "razza" ebraica, dopo la diaspora ebraica questa identità "genetica" sarebbe inesorabilmente andata perduta. Infatti, scrive Montagu,

«Se dovessimo citare tutte le popolazioni con cui gli ebrei si mescolarono, in un momento o nell'altro della loro storia, si elencherebbe una buona parte delle popolazioni di tutto il mondo. Ciò non significa che tutti gli ebrei abbiano subito questa mescolanza, ma che - e questo è il punto importante - le diverse popolazioni di ebrei subirono ciascuna in modo indipendente tipi e gradi diversi di mescolanze con svariate popolazioni» [Montagu, op. cit.,p. 321].

Questa è la conclusione, del resto, alla quale era giunto, pochi anni prima, anche l'antropologo Siemens, studiando i sotto-gruppi di popolazioni del Caucaso:

Lo sudio delle caratteristiche principali dei ceppi indigeni di diverse regioni e delle corrispondenti caratteristiche degli ebrei che vissero in mezzo a loro in quelle regioni, rivela che gli ebrei sono di tipi eterogenei, ciascuno dei quali si conforma in maggiore o minore misura ai tipi fisici indigeni [Siemens, Antropometric Effects of Recorded Cases of Miscegenation among Certain Caucasian Sub-Groups, in "Ohio Journal of Science", I, 1950, pp. 45-52, cit. in Montagu, op. cit., p. 327].

Resta il problema della "visibilità", della riconoscibilità degli ebrei come gruppo omogeneo. A tale proposito, Montagu scrive:

«In mezzo a qualsiasi popolazione che non abbia questo complesso di tratti fisici [mediterranei], grazie a questa differenza sarà possibile riconoscere alcune persone come ebrei. Ma ciò non significa che tali tratti fisici siano peculiari di tutti o della maggior parte degli ebrei, poiché, in realtà, buona parte degli ebrei non li possiede. [...]
Il cosiddetto "aspetto ebraico" non è dovuto tanto a caratteri ereditari delle persone in questione quanto a un certo "habitus" culturalmente acquisito di espressione facciale, vocale, muscolare e mentale. Questo "habitus" influenza, in modo straordinario, l'aspetto della persona e determina in larga parte l'impressione che altri ne ricevono. Dipenderà dal carattere della popolazione in mezzo a cui vivono se tali persone potranno essere identificate come "ebrei"» [Montagu, op. cit., pp. 328-329].

La conclusione di Montagu è inequivocabile:

«In definitiva [...] gli ebrei non sono e non sono mai stati una "razza" o un gruppo etnico, ma sono e sempre sono stati una entità sociologica, che può essere definita nel modo migliore come gruppo o popolo "quasi-nazionale"» [Montagu, op. cit., p. 339].


TORNA INDIETRO UTILIZZANDO IL PULSANTE   DEL BROWSER

© G. Camatarri : 1996-2004