Georg W. Pabst (1885-1967).


Regista tedesco di origine boema, Georg Wilhelm Pabst (1885-1967) esordì realizzando il film Die Freudlose Gasse (La via senza gioia, 1925), interpretato da Greta Garbo, con il quale divenne uno dei più importanti esponenti del realismo psicologico e della Neue Sachlichkeit ("nuova oggettività") nel cinema tedesco.
Negli anni successivi Pabst firmò alcuni dei suoi migliori film: Geheimnisse einer Seele (I misteri di un'anima, 1926), realizzato con la consulenza di due psicoanalisti allievi di Freud, Die Liebe der Jeanne Ney (L'amore di Jeanne Ney, 1927), Abwege (Crisi, 1928), Die Büchse der Pandora (Il vaso di Pandora, 1929), tratto dall'opera tratrale Lulù, del drammaturgo Franz Wedekind, Das Tagebuch einer Verlorenen (Il diario di una donna perduta, 1929).
Nel 1930 Pabst girò uno dei suoi capolavori, Westfront 1918 (Fronte occidentale 1918), che fu il suo primo film sonoro e che è ancora oggi considerato come uno dei migliori film sulla prima guerra mondiale. A partire da questa opera, la produzione di Pabst si orientò decisamente verso l'impegno politico e sociale, con la realizzazione di Die Dreigroschenoper (L'opera da tre soldi, 1931), tratto dall'omonima opera teatrale di Bertolt Brecht, e il suo capolavoro assoluto Kameradschaft (La tragedia della miniera, anch'esso del 1931).
Nel 1932 firmò Die Herrin von Atlantis (La regina di Atlantide), con il quale iniziò il suo declino creativo, seguito dall'estetizzante Don Chisciotte (1933).
Costretto a lasciare la Germania dopo l'ascesa al potere dei nazisti, si trasferì dapprima in Francia, dove girò Du haut en bas (Dall'alto in basso, 1933), poi a Hollywood, dove realizzò i mediocri A Modern Hero (Un eroe moderno, 1934) e White Hunter (Cacciatore bianco, 1936).
Tornato in Francia, nel 1937 diresse Mademoiselle Docteur (Signorina dottore), che fu uno dei suoi maggiori successi di pubblico, Le drame de Shanghaï (Il dramma di Shanghai, 1938) e Jeune filles en détresse (Ragazze in pericolo, 1939).
Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale e l'occupazione della Francia da parte dei Tedeschi, venne invitato da Goebbels, ministro tedesco della propaganda, a fare ritorno in Germania. Si trattava di un invito strumentale, con il quale Goebbels cercava di accreditare un'immagine tollerante del regime nazista. Malgrado le esitazioni iniziali (Pabst se n'era andato dalla Germania, nel 1933, perché accusato dai nazisti di essere uno degli esponenti dell'arte "degenerata" e "bolscevica"), il regista accettò l'invito di Goebbels e negli anni della guerra girò due film piuttosto mediocri: Komödianten (I commedianti, 1941) e Paracelsus (1943).
Stabilitosi in Austria nel 1947, realizzò Der Prozeß (Il processo, 1948), seguito da Geheimnisvolle Tiefe (Abissi segreti, 1949) Nel 1952 realizzò La voce del silenzio e nel 1953 Cose da pazzi, entrambi girati in Italia. Del 1955, infine, è Der Letzte Akt (Ultimo atto), allucinata rievocazione degli ultimi giorni di Hitler, che fu anche il suo ultimo film di valore.



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